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Il dono di Paola Barbato

  • Categoria dell'articolo:Libri / Recensioni
  • Tempo di lettura:4 minuti di lettura

Devo ammettere che ho scoperto Paola Barbato relativamente tardi, quando già aveva pubblicato parecchi titoli di successo. Ne sono venuta a conoscenza dai feed di alcune bookblogger che seguivo prima di aprire la mia pagina Instagram, con le quali condividevo i gusti letterari e per questo mi sono subito sembrate delle letture adatte a me.

Ho iniziato con il primo, Bilico, un libricino in formato tascabile davvero piccolo, ma carico di tensione e colpi di scena! Letto in due giorni, divorato. C’è poco da dire, mi ha fatto innamorare della scrittura di questa autrice e infatti non vedevo l’ora di scoprire l’ultimo romanzo uscito dalla sua penna. Posso dire subito che è stata decisamente una conferma della capacità dell’autrice di creare storie coinvolgenti e particolari.

La trama de Il dono

“E’ stato il mio cuore, non sono stato io”. Con questa frase enigmatica, con un coltello in mano, si giustifica davanti alla polizia un uomo che ha appena ucciso i suoi genitori.

Scopriamo che l’uomo, un famoso giornalista di cronaca nera, ha subito tempo prima un trapianto di cuore, e questo cuore che lo avrebbe istigato ad uccidere, era proprio il cuore di Valerio Felici, un serial killer morto per un banale incidente su un monopattino elettrico.

All’ispettrice Flavia Mariani qualcosa in questa storia non torna e decide di indagare sulle dinamiche di questo particolare caso di trapianto, andando contro ai colleghi che non trovano stranezze nel caso. Scoprirà infatti che alla morte di Valerio Felici non è stato espiantato solo il cuore, ma anche altri organi che ora vivono nel corpo di altre persone.

E’ possibile che insieme al cuore e agli altri organi sia stata trapiantata anche la personalità del serial killer? E’ impossibile staccarsi dalla pagine prima di trovare una risposta al quesito!

Il finale è incredibilmente inaspettato, non ho sospettato nemmeno per secondo durante la lettura che la storia potesse prendere quella direzione. Più ci penso, più mi chiedo come abbia fatto la Barbato a ideare una storia del genere. Un incastro perfetto di situazioni incredibili.

Cosa ne penso?

La tensione si mantiene alta per tutto il libro, pur non essendoci scene crude o particolarmente esplicite come in altri libri. La sensazione che ho provato è di una costante angoscia, in cui ogni certezza potrebbe essere ribaltata da un momento all’altro.

La moltitudine di personaggi è ben delineata, sia l’agente Mariani e i colleghi, ma anche i sette trapiantati, che vengono nominati solo con il nome del loro organi ma dei quali scopriamo storia e peculiarità in una scorrevole alternanza di capitoli nel presente dell’indagine e altri dedicati a ognuno dei trapiantati. Ho provato personalmente una sorta di amore-odio verso il personaggio di Flavia, che pur con la sua determinazione e capacità, ha mostrato talvolta una tale durezza di carattere che ha reso difficile per me entrare in empatia con il personaggio.

Molto originale la tematica del trapianto rivista in questa chiave molto particolare, che sembra quasi voler sfiorare un livello di “sovrannaturale” ma rimane invece ancorata al mondo reale.

Non ho ancora recuperato l’intera produzione della Barbato ma questo salta decisamente al primo posto di quelli letti finora.

Decisamente consigliato agli amanti dei thriller psicologici e alle storie un po’ contorte che tengono incollati alle pagine.

Autore: Paola Barbato
Editore:
Piemme
Pagine:
432
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