recensione di un breve noir giapponese
Buongiorno lettori!
Sono davvero emozionata perchè mi sto preparando per il mio prossimo viaggio.
La recensione di oggi è un indizio molto chiaro di quale sarà la destinazione.
Ho avuto il piacere e la fortuna di volare altre volte dall’altra parte del mondo e mi sono davvero innamorata del continente asiatico. Per questo prossimo viaggio, io e il mio ragazzo siamo diretti verso il paese del Sol Levante!
Non sono molto esperta di letteratura giapponese, anzi si può dire che sto iniziando proprio ora a scoprirla e ho recuperato qualche titolo da leggere prima e durante il viaggio.
Mi sono lasciata ispirare da altri blogger e youtuber che commentavano vari titoli, tra questi Matteo Fumagalli di cui mi fido molto ,suggeriva proprio questo piccolo libricino.
Ho iniziato quindi da Appartamento 401, un noir molto breve ma dallo stile molto particolare.
la trama di appartamento 401
In un appartamento di Tokyo, quattro ragazzi condividono le due stanze della casa, ognuno con il suo lavoro, gli studi, relazioni e interessi.
Una vita normalissima, fino a quando un nuovo inquilino fa il suo arrivo in maniera assolutamente casualmente nell’appartamento 401. Proprio nello stesso periodo, a Tokyo iniziano a girare voci di alcuni episodi di aggressioni a delle donne.
Probabilmente da queste due righe di trama non avrete capito molto, ma in un certo senso questo romanzo è cosi…uno spaccato di vita quotidiana, spesso malinconico, a volte più tranquillo, altre grottesco.
cosa ne penso?
Comincio col dire che questo romanzo mi è piaciuto ed è stato un approccio piacevole alla letteratura del Sol Levante anche se parliamo di una narrazione molto malinconica.
È un noir, un genere particolare che deve comunque piacere e probabilmente non è adatto a tutti. Non ci sono veri e propri colpi di scena, ma come dicevo, è uno spaccato di vita reale degli inquilini di questo appartamento di Tokyo.
Il romanzo è diviso in parti, ognuno narrato dal punto di vista di uno dei personaggi. Questo potrebbe non piacere agli amanti dei capitoli corti e page turner, ma molto interessante per immedesimarsi nella mente di ognuno dei ragazzi.
Ho apprezzato molto quei piccoli e costanti rimandi alla cultura giapponese.
Un libro all’apparenza semplice, ma che ti porta a chiederti se semplice lo è veramente o se sono io a non averne colto tutte le sfumature?
Nel complesso mi è piaciuto e lo consiglio a chi come sta approcciando la cultura e la letteratura del Giappone.