Buongiorno amici lettori, oggi finalmente la recensione di un romanzo che non vedevo l’ora di leggere e che ho avuto in libreria per moltissimo tempo. Sto parlando di Dio di illusioni, il romanzo d’esordio di Donna Tartt.
Dio di illusioni è uno dei libri più chiacchierati tra gli appassionati di lettura, infatti lo avevo acquistato ancora prima di aprire il blog perchè, dopo aver letto molte recensioni di altre blogger, pensavo davvero di essere rimasta l’unica a non averlo ancora letto ed ero molto curiosa di scoprire questo romanzo. Tuttavia, devo ammettere che dopo l’acquisto il libro è rimasto in libreria per un bel po’ di tempo, forse perchè lo vedevo come un libro di spessore a cui dovevo dedicare la giusta attenzione, e dico spessore sia in senso letterale (ha più di 600 pagine!) ma anche metaforico perchè non è una scrittura semplice.
Finalmente, durante l’ultima settimana di vacanza settembrina, ho capito che era giunto il suo momento. Anche se non si può definire un libro da ombrellone, anzi, in questi ultimi giorni di spiaggia a cavallo tra estate a autunno sono riuscita davvero a godermelo e assaporare questo capolavoro senza distrazioni.
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E’ davvero difficile trovare le parole per descrivere questo romanzo, a partire dalla classificazione in un genere. Non penso si possa incasellare all’interno di una sola categoria, possiede alcuni elementi tipici del thriller, ma è anche una storia drammatica e soprattutto un romanzo di formazione. Sicuramente si può definire uno dei capostipiti del genere Dark Academia.
Durante la lettura mi ha ricordato molto un film che avevo visto anni fa, Posh – The Riot Club, che all’epoca mi aveva particolarmente turbato per la violenza e le tematiche trattate e ho sperato che il romanzo mi lasciasse delle sensazioni migliori. Per fortuna così è stato.
la trama di dio di illusioni
Il romanzo è narrato in prima persona dal protagonista Richard, ragazzo dal passato problematico che dalla California si trasferisce nel Vermont per frequentare il piccolo e raffinato Hampden College. Qui conosce ed entra nella cerchia di cinque giovani, all’apparenza ricchi e privilegiati. Questi ragazzi sembrano estranei all’organizzazione e alle regole del college e seguono infatti un unico corso di greco antico, con l’eccentrico professor Julian, dediti allo studio e alla celebrazione del passato, parlando spesso tra loro in lingue antiche e inseguendo ideali appartenenti ad altre epoche.
Richard è affascinato da questa piccola cerchia di giovani e riesce a farsi accettare nel corso di greco del professor Julian entrando a poco a poco nell’ambiente e partecipando alla quotidianità del gruppo, fatta sì di studio, ma anche di alcol, droghe, feste e sfociando pian piano in comportamenti assurdi e ossessivi, che li porta alla violenza e a commettere un crimine. Da quel punto in poi per il gruppo si apre una nuova fase, che alterna il bisogno di nascondere il delitto commesso al senso di colpa, il senso di libertà e di unione del gruppo con l’oppressione e l’isolamento.
la mia opinione su dio di illusioni
Il libro che si potrebbe banalmente definire come un’articolata narrazione della permanenza di Richard al college, è davvero molto di più. E’ uno spaccato di realtà, la descrizione di una generazione vuota, priva di morale e ideali. Ma è anche la descrizione delle dinamiche all’interno di un gruppo, dove le personalità più fragili soccombono a quelle più forti. Il gruppo dopo l’episodio scatenante deve restare unito, ma il senso di colpa e l’ossessione per quel fatto fa dubitare i ragazzi della fiducia che hanno l’uno nell’altro.
Più volte durante la lettura mi sono trovata a riflettere sulla traduzione italiana del titolo (che in inglese si intitola The Secret History) e quante sono le illusioni che vivono i protagonisti all’interno del romanzo. Sicuramente l’illusione di tornare al passato tanto idealizzato nelle lezioni di greco, l’illusione di poter commettere un crimine e passarla liscia, di vivere estraniati dalle regole della società. Allo stesso tempo, la loro vita si può definire una continua illusione in perenne annebbiamento dato da alcol e droghe.
Insomma, come dicevo all’inizio, è davvero difficile trovare le parole per descrivere Dio di illusioni.
A mio avviso non è un libro adatto a tutti e soprattutto va letto al momento giusto. E’ un romanzo molto descrittivo, i capitoli sono molto lunghi e anche le tematiche non si possono definire leggere. Nonostante questo comunque, la scrittura è davvero magistrale, e anche senza colpi di scena improvvisi ti travolge e ti coinvolge dalla prima all’ultima pagina.
a chi consiglio dio di illusioni?
Consiglio di approcciarsi a questo libro con la consapevolezza che richiede il giusto tempo, che va assaporato lentamente e anche che potrebbe lasciare una sensazione di amarezza una volta conosciuti a fondo questi ragazzi.
Questo libro è davvero perfetto per l’autunno che inizia, quindi, se la mia recensione vi ha convinti, scaldate una tazza di tè, sedetevi sul divano e recuperate questo imperdibile romanzo.